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Primiero, l'ultimo saluto a Mattia Debertolis

Il campione di orienteering scomparso ai World Games in cIna

PRIMIERO (Trento) - Nella sua valle, a Villa Welsperg, in località Camp, più di un migliaio di persone provenienti dalla comunità del Primiero e dal mondo dello sport hanno dato l’ultimo saluto a Mattia Debertolis, il giovane atleta della nazionale italiana di corsa orientamento scomparso durante i World Games di Chengdu dopo un malore accusato in gara.

L’intero Trentino e il mondo dello sport hanno reso omaggio a un giovane che, con passione e dedizione, ha incarnato i valori più autentici dello sport e della vita.

Insieme alla famiglia, alla fidanzata Jessica e agli amici di sempre, erano presenti tra gli altri il Ministro per lo sport e i giovani Andrea Abodi, il presidente della Provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti, il presidente del Coni Luciano Buonfiglio, il presidente della Federazione Italiana Sport Orientamento Sergio Giomi, il sindaco di Primiero Daniele Depaoli, la consigliera provinciale Antonella Brunet, i suoi compagni della nazionale italiana e di allenamento dalla Svezia.

"In questi giorni, trovandomi casualmente in queste valli, ho potuto comprendere quanto la comunità fosse legata a Mattia - ha detto Fugatti nel suo intervento - qui, in questa valle, lui ha mosso i primi passi nello sport che amava e qui ha vinto titoli importanti. Oggi si vede tutto l’affetto della comunità del Primiero, che si stringe attorno alla sua famiglia e a Mattia. Il Primiero è una vera culla dell’orienteering a livello nazionale: ha dato molti atleti alle squadre azzurre e Mattia era uno dei migliori, come dimostra la sua storia. Questa terra, che ama lo sport e la natura, era amata profondamente anche da lui. Il nonno era una guida alpina e Mattia, fin da bambino, aveva iniziato a coltivare la sua passione grazie a un insegnante di geografia che gli fece scoprire le cartine - ha continuato Fugatti - da allora nacque in lui l’amore per questo sport, che lo ha portato a distinguersi anche a livello internazionale. Infine, voglio ringraziare le istituzioni, le ambasciate e i consolati per l’impegno e la vicinanza dimostrata alla famiglia e al nostro territorio in questi giorni. È stato un segno concreto di solidarietà e di attenzione che tutti abbiamo profondamente apprezzato".

L’abbraccio della comunità, in un clima di silenzio e raccoglimento, ha voluto accompagnare Mattia nel suo ritorno a casa, in quella Val Canali che lo aveva visto crescere e distinguersi anche nello sport, fino a conquistare un titolo mondiale studentesco proprio tra queste montagne. Prima dell'inizio della funzione una lunga fila di persone ha voluto rendere omaggio a Mattia benedicendo con l'acqua santa la sua bara.

"Mattia ha avuto una bussola del tutto speciale: un orientamento che lo ha fatto apprezzare da tutti - ha detto Don Giuseppe Da Pra durante l'omelia - ed era una bussola del cielo, il suo cuore. Grazie alla sua famiglia, ai suoi maestri, agli amici dell’US Primiero. La sua è stata una bussola del cuore unica, fatta di passione, sorriso, serietà e umiltà: qualità che lo hanno portato ai campionati italiani, in nazionale e fino alle coppe del mondo. Ha collezionato tante vittorie, una delle quali proprio qui, in Val Canali. Il suo stile e la sua tenacia lo hanno accompagnato anche negli anni di studio del dottorato a Stoccolma, dove ha saputo creare amicizie attorno a sé. Amicizie e amore: quell’amore che ha incontrato negli occhi di Jessica, con la quale ha condiviso questi anni con tanta passione".

"Non posso immaginare fino in fondo i sentimenti che provate voi, familiari e amici - ha detto ai presenti durante il suo intervento il ministro allo sport e ai giovani Andrea Abodi - ma quello che noi istituzioni abbiamo il dovere di fare è interpretare al meglio il nostro ruolo, con rispetto per Mattia, per i suoi principi, per i suoi valori. Il nostro compito è fare in modo che lo sport continui a rappresentare una grande opportunità per tutti, in ogni luogo. Qui, nella natura incontaminata e generosa, alcune cose sembrano più semplici, più naturali.
È più facile immaginare che la vita possa proseguire partendo proprio da questo luogo, che oggi è un luogo di dolore e di dispiacere, ma che domani tornerà ad essere un luogo di vita - ha concluso il ministro - perché Mattia è e resterà qui, in mezzo a questi boschi".

IL RACCONTO
In una giornata di sole, ai piedi delle Pale di San Martino, la comunità della Valle di Primiero e il mondo dell’Orienteering si sono ritrovati per dare l’ultimo saluto a Mattia Debertolis, atleta della Nazionale di Corsa Orientamento, scomparso in Cina nei giorni scorsi durante i World Games.

Presenti le massime cariche istituzionali e sportive: Andrea Abodi, Ministro per lo Sport e i Giovani, Luciano Buonfiglio, Presidente del CONI, Maurizio Fugatti, Presidente della Provincia autonoma di Trento, Alfio Giomi, Presidente FISO, Mattia Gottardi, Assessore provinciale allo Sport, Bortolo Rattin, Presidente della Comunità di Valle, i cinque sindaci del territorio, Valerio Zanotti, Presidente del Parco Naturale Paneveggio, e Paola Mora, Presidente CONI Trento.

Accanto a loro, tanti amici e conoscenti arrivati da diversi Paesi d’Europa, compresa la sua società svedese, il Lidingö, insieme ai rappresentanti del Consiglio Federale FISO e ai tecnici delle Squadre Nazionali.

Il Presidente del CONI, Luciano Buonfiglio, ha aggiunto:
«Ho pensato a lungo alle parole da dire, ma non ce ne sono. Mi rivolgo direttamente a te: ciao Mattia. La tua presenza qui, testimoniata da così tante persone, dimostra quanto tu abbia lasciato in ognuno di noi. Il mondo dello sport ti è vicino. Sei stato un orgoglio per tutti noi e il tuo ricordo continuerà a vivere nei nostri progetti e nel nostro impegno, magari attraverso un evento o un impianto sportivo».

I ricordi degli amici e dei compagni

Molto commossi gli interventi degli amici. Riccardo Scalet, parlando in dialetto, ha ricordato:
«Ci siamo conosciuti a scuola, quando scambiavamo figurine. Poi l’orienteering ci ha uniti in tante avventure. Non è facile raccontarle tutte. Sei stato un grande avversario e un grande amico. Ogni volta che parlerò di una persona buona e dal sorriso aperto, parlerò di te».

Sebastian Inderst ha aggiunto:
«Ci siamo conosciuti più tardi rispetto ad altri, ma ci siamo trovati subito. Porterò nel cuore la tua grinta, la concentrazione e la forza. Ciao, “trattore”».

La cugina Elena ha espresso con dolore:
«Le persone migliori vengono chiamate prima. Amavi le montagne, e questa volta hai scelto la cima più alta. Noi terremo vivo il tuo ricordo».

Dalla Svezia, la squadra del Lidingö, con Veronica Kalinina, ha voluto ricordarlo:
«Abbiamo corso tanto insieme. Era un atleta forte e una fonte di ispirazione. Sempre presente, anche con il freddo o durante l’infortunio al piede, non smetteva di allenarsi. Quando l’anno scorso mi feci male, fu lui a portarmi in spalla fino al pronto soccorso. Questa sera, a Lidingö, lo ricorderemo con una cerimonia».

L’omelia del parroco
Nella sua omelia, Don Giuseppe Daprà, parroco di Fiera di Primiero, ha detto: «Il nome di Mattia è oggi una ferita e una stretta al cuore. Alla sua età i sogni dovrebbero avere il sopravvento, e invece siamo qui con il cuore pesante. Fin da ragazzo si è appassionato allo sport, con mappa e bussola ha conosciuto la natura e il mondo. Ora è una bussola nel cielo. Partito dall’US Primiero, ha saputo conquistare tante vittorie, anche qui in Val Canali, dove vinse i Mondiali. Ha saputo creare amicizia e amore, e ha incontrato negli occhi di Jessica un legame profondo.

Oggi ci consegna una mappa e una bussola per attraversare la nostra notte. Abbiamo una ferita che reclama consolazione. Cara Jessica, cara Erica, Fabio, Nicolò, nonna Delia: ricevete l’abbraccio di tutti noi. Il dolore è troppo grande, ma Mattia non ci lascia. La bussola della sua passione e la bellezza del suo cuore continueranno ad accompagnarci. Come ha ricordato Papa Leone, lo sport è dono e crescita: Mattia ne è stato testimone».
Ultimo aggiornamento: 19/08/2025 20:21:33
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