SANTIAGO DEL CILE - La drammatica morte di
Matteo Franzoso ha colpito l'intero mondo dello sci. Il
25enne atleta azzurro non ha superato le conseguenze del trauma cranico e del conseguente edema cerebrale provocato dopo la caduta avvenuta in allenamento sulla pista di
La Parva in Cile.
Franzoso (foto credit Fisi), che avrebbe compiuto 26 anni oggi, 16 settembre, nella caduta ha oltrepassato due file di reti e ha sbattuto contro la staccionata posizionata 6-7 metri fuori dal tracciato. Raggiunto immediatamente grazie all'elisoccorso, l'azzurro delle Fiamme Gialle, cresciuto sciisticamente al Sestriere, è stato ricoverato nel reparto di terapia intensiva e indotto al coma farmacologico.
Franzoso era arrivato a La Parva il 6 settembre per la sessione di allenamenti sulla neve assieme agli altri velocisti Mattia Casse, Florian Schieder, Guglielmo Bosca, Christof Innerhofer, Benjamin Alliod, Nicolò Molteni, Marco Abbruzzese, Giovanni Franzoni e Dominik Paris.
Lo sciatore azzurro Giovanni Franzoni, bresciano, lo ricorda così Matteo Franzoso: "Sappi che d’ora in poi porterò la tua vitalità sempre con me e sarò sempre grato per le piccole cose quotidiane che ognuno di noi vive, ogni mia curva sarà anche tua, scieremo insieme ogni gara e ogni allenamento portando avanti quel sogno che abbiamo sempre condiviso. C’è chi pensa che sia uno sport ingiusto e crudele, io penso che è stato ciò che ci ha fatto conoscere e diventare amici e questo per me è ciò che conta di più, i legami e i ricordi che ho di noi due". "In momenti come questi - conclude - capisco il valore di ogni sfaccettatura della vita, di quanto una singola risata, abbraccio o pianto possano avere un significato enorme che spesso nella vita di tutti i giorni diamo per scontato.
“E’ una tragedia per la famiglia e per il nostro sport – ha detto il Presidente FISI, Flavio Roda -, un dramma che ci riporta allo stato d’animo di poco meno di un anno fa, quando scomparve Matilde Lorenzi. E’ assolutamente necessario fare tutto il possibile perché non si ripetano più episodi del genere. In questo momento triste e doloroso voglio dire a tutti gli atleti e tecnici, di tutti gli sport, che la Federazione è al loro fianco e che troveranno tutto il supporto necessario. Chiedo il massimo del rispetto per la famiglia di Matteo, alla quale staremo vicini per tutto quanto sarà necessario”.
L'ex discesista azzurro Kristian Ghedina invita a riflettere sugli incidenti in pista: "Eliminare del tutto il rischio non è possibile, ma bisogna fare qualcosa, oggi gli sci sono più veloci, danno l'adrenalina della velocità: ma la verità è che sono troppo veloci, specie in curva. E' ora di cambiarli".